MANICA LUNGA Masonry Structure reHABILITATION
KEYWORDS. GERENZONE, LECCO, MASONRY RE-HABILITATION, ARCHWAY CRACK, PROBLEMS & CLEVER SOLUTIONS.
Il complesso “Manica Lunga”sorge in Via U.Pozzoli 3, una strada secondaria che collega Via Milazzo e via Seminario. Il nucleo è di edificazione piuttosto recente e collega queste due vie attraverso un passaggio creato attraverso due volte.
L’edificio si sviluppa su tre piani ed è adibito a residenze. L’accesso ai diversi appartamenti è diviso per la parte destra e quella sinistra. Al piano terra, nella parte ad est, vi è una Pizzeria d’asporto.
Nel suo complesso l’edificio presenta una forma regolare, da cui ne deriva il nome “Manica Lunga”, che presenta due volumi sporgenti in corrispondenza degli ingressi e delle distribuzioni verticali.
Le aperture che ritmano la facciata hanno un andamento regolare, che però si perde leggermente nei prospetti secondari.
L’arco e le volte, oggetto di studio, si trovano in una posizione leggermente più a Nord rispetto al centro dell’edificio. La volta presenta le caratteristiche di una volta composta quale una volta a botte lunettata. Essa si apre verso l’esterno dell’edificio con due archi a tutto sesto ribassati.
L’edificio oggetto di studio ha una funzione prevalentemente residenziale (prima casa), cui si associa una piccola attività di ristorazione/pizzeria nella parte nord del piano terra.
Il rilevo metrico è stato eseguito tramite raddrizzamenti fotografici e rilevazioni interne con metro elettronico, il tutto confrontato poi con le attuali piante del N.C.E.U.
Il piano tipo si compone di due unità abitative residenziali: una di 100 mq e la seconda di 60 mq, con diversi proprietari. In alcune porzioni non è stato possibile effettuarne il rilievo.
In generale si possono approssimare carichi interni di esercizio simili, per numero di occupanti e tipologia di funzione per tutta la superficie del fabbricato.
La cinematica dell’edificio sta avvenendo creando effetti visibili e fessure in corrispondenza dell’arcata nel porticato di passaggio al piano terra.
Dall’anilisi in situ si pùo affermare che per tipologia, forma, posizione delle fondazioni e dimensione dell’edificio , il cedimento sta interessando in modo disomogeneo l’intero corpo, di fabbrica.
L’edificio presenta un quadro fessurativo piuttosto complesso, comunque in prima diagnosi non strutturalmente pericoloso per il crollo dello stabile.
Le fessure si sviluppano in modo verticale su buona parte del prospetto EST, concentrate in particolare nella parte SUD, dove l’edificio è per maggior altezza fuori terra visto l’andamento del terreno.
Si riscontrano crepe soprattutto nella parte bassa del volume, in corrispondenza della porzione che va dall’architrave delle finestre al piano terra fino all’intradosso del piano primo, non mancano comunque anche nella porzione alta sotto allo sporto di gronda.
Relativamente all’arcata di passaggio al piano terra, quella più a NORD, in corrispondenza del concio di chiusura si riscontra una fessura piuttosto pronunciata che corre fino alla soglia della portafinestra al piano primo: tale fessura è comunque poco preoccupante e da considerare in modo differente da altre crepe presenti sulla medesima arcata, ma dovute allo sfregamento per il passaggio di automezzi pesanti.